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Al mio corpo - inedito
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E se ti abbandonerò non dovrai preoccuparti. Sarò io a lasciarti andare e non per insanabili divergenze. Sarà come dirci di fermarci qui. Adesso. Davanti a un percorso compiuto da onorare e, forse, anche in silenzio. Ognuno per la sua strada diventata sorte. Le porte aperte. Siamo nati sulla terra per caso e per poco, volo di un canarino segnato su un calendario. Cantando vittoria ogni qual volta l'amore si è fatto incontro governando il respiro. Concepiti da una goccia generosa, da un sorteggio che si è fatto impronta, forse, dell'universo.
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Cristiana Fischer
- 30/01/2014 17:56:00
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fluida nei versi e nel periodare breve perché tematizza il distacco, e insieme legata, intrecciata, da rime interne e assonanze come siamo legati al nostro corpo
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Renata Buonaiuto
- 29/01/2014 17:57:00
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Che dire che non abbiano già detto gli altri...bellissima, intensa, dolce, vera...forse lunica cosa che posso aggiungere è Grazie! per averla condivisa con tutti noi!
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Franca Alaimo
- 29/01/2014 14:49:00
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Con controllato accoramento Isetta dialoga con la morte intorno alla brevità della vita, un piccolo volo nel tempo, allietato da qualche gioia damore. La considerazione dellaccadimento dellesistenza per una pura combinazione casuale lascia, però, spazio nei versi finali allorgoglio di non morire del tutto ( il "non omnis moriar" oraziano), se, prima di uscire dalla scena, si è stati capaci di lasciare unimpronta. Il testo possiede quel "canto" che deve essere qualità prima della poesia, nostro felice corrimano su cui poggiare la mano mentre parliamo di dolore.
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Marco G.Maggi
- 29/01/2014 14:31:00
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Come avevo già avuto occasione di dirti, caro Gianfranco, questa è tra le tue, una di quelle che apprezzo di più. Ancora complimenti
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Alessandra Ponticelli Conti
- 28/01/2014 16:38:00
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Splendida! Davvero complimenti.
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Gianfranco Isetta
- 28/01/2014 11:36:00
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Grazie a tutte/i coloro che hanno voluto commentare il mio testo. A Teresa Nastri vorrei dire che se è vero che "ci siamo per caso e per poco" però forse rimane "limpronta nelluniverso..." e tanto mi basta
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Teresa Nastri
- 28/01/2014 09:37:00
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Alcuni versi - "Siamo nati sulla terra per caso e per poco..." - , mi hanno ricordato il concetto heideggeriano di "essere per la morte" (ma forse è una mia personale deformazione mentale). Auguri Gianfranco
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Maria Musik
- 27/01/2014 16:59:00
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Bellissima! Non cè nulla da aggiungere: la accolgo in silenzio tanto profondamente la sento "nelle mie corde".
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Leopoldo Attolico
- 27/01/2014 16:05:00
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Come abbiamo potuto apprezzare in altre occasioni , Gianfranco sceglie la modalità dialogica , diretta , sorretta da una trama filosofica che ne scandisce la portanza e la necessità , in tempi grami come questi in cui la poesia ha più che mai bisogno di esperire terrestrità e comunicazione . Con un saluto da leopoldo -
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Loredana Savelli
- 27/01/2014 12:43:00
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Meravigliosa!!! Insieme una dichiarazione damore e un tributo di gratitudine alla vita. Con il tono pacato di chi ha vissuto e vive nellonestà del pensiero e dei sentimenti. E, il tutto, diventa poesia cristallina, sincera, inequivocabile. Un saluto!
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